Baidu, perché la censura cinese è un problema per il suo chatbot

Baidu, perché la censura cinese è un problema per il suo chatbot

Baidu, perché la censura cinese è un problema per il suo chatbot


Quando il mese scorso sono iniziate a circolare voci sul fatto che Baidu stesse lavorando a un chatbot in grado di competere con ChatGpt, quella del gigante cinese delle ricerche online è sembrata la mossa perfetta. Nell’ultimo decennio, Baidu ha molto investito nel campo dell’intelligenza artificiale (Ai), che potrebbe sfruttare per il suo motore di ricerca in maniera simile a come ha fatto Microsoft con Bing e come dice di voler fare anche Google con il suo nuovo chatbot, Bard.

Ma quando all’inizio del mese Baidu ha presentato a Pechino Ernie Bot – 文心一言 o “Wenxin Yiyan” in cinese –  la notizia è caduta nel vuoto.

Robin Li, amministratore delegato della società, ha ammesso a metà dell’evento di lancio che le dimostrazioni in cui Ernie Bot rispondeva a domande di cultura generale, riassumeva informazioni dal web e generava immagini erano state pre-registrate, suscitando commenti ironici sui social media cinesi. Baidu non è stata nemmeno favorita dal fatto che OpenAi, la startup che ha sviluppato ChatGpt, avesse presentato solo il giorno prima un importante aggiornamento alla tecnologia Ai che alimenta il suo chatbot, Gpt-4.

Tuttavia, il colosso si trova anche ad affrontare ostacoli che non riguardano le aziende al di fuori della Cina, che hanno dato vita a una corsa per competere con ChatGpt. Se da una parte contenere la tendenza di questi sistemi Ai a inventare i fatti, le cosiddette “allucinazioni”, o dire cose spiacevoli e inappropriate è una sfida per qualunque società, Baidu deve anche attenersi alle rigide linee guida della censura governativa cinese sui contenuti online.

Baidu si troverà a fare i conti con la tensione tra la creazione di un chatbot utile e uno che sia conforme al controllo del linguaggio cinese – afferma Matt Sheehan, ricercatore del Carnegie endowment for international peace che studia l’industria cinese dell’intelligenza artificiale –. Sono scettico sul fatto che saranno in grado di creare un chatbot polivalente che gli utenti non riescano a indurre a rigurgitare un linguaggio inaccettabile in Cina“.

Fenomeno chatbot

In meno di quattro mesi dalla sua introduzione, ChatGpt è diventato un fenomeno culturale, lasciando di stucco il mondo grazie alla sua capacità di scrivere poesie e prosa, rispondere a domande matematiche, esporre idee filosofiche e conversare fluentemente su qualsiasi argomento. L’ultima versione è in grado di rispondere alle immagini oltre che ai testi, e OpenAi sostiene che il sistema oggi ottenga punteggi più alti in una serie di test accademici e commetta meno errori. Nel settore tecnologico, al momento pressoché ogni azienda sta cercando di sviluppare una strategia relativa ai chatbot.



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di Will Knight www.wired.it 2023-03-22 17:11:40 ,

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